Definizione
Chiamata anche “completiva”, in quanto “completa” il senso di ciò che viene espresso nella reggente dove si trovano dei verbi (specialmente quelli legati ai sensi tipo vedere, sentire, dire...) che reggono l'infinito […] e il soggetto va al caso accusativo.
Come si riconosce?
Perché... indovina? C'è un verbo all'infinito!
E se c'è un infinito... spesso c'è pure un accusativo che funge da soggetto:
In pratica
- Individua l'infinito;
- Traduci e scrivi il verbo che lo regge;
- Scrivi a destra di quel verbo un bel “CHE”;
- Cerca il primo accusativo e scrivilo dopo il “CHE”;
- Ora controlla che tipo d'infinito è.
Esempio
“Pater litteram commendaticiam misit sed MAGISTRI RESCRIPSERUNT FILIUM SPES NON HABERE.”
ATTENTO!
ATTENTO: L'infinito ha 3 tempi.
- C'è l'inf. presente (ARE, ERE, IRE) che nella traduzione vuole, più o meno, lo stesso tempo del verbo reggente.
- C'è l'inf. perfetto (desinenza ISSE) che vuole essere tradotto con un tempo più lontano di quello del verbo reggente.
- C'è l'inf. futuro (URUS, A, UM ESSE) che si tradurrà con un tempo futuro rispetto a quello del verbo reggente.
Traduzione
Non è in perfetto italiano ma concettualmente giusto.
“Il padre scrisse una lettera di raccomandazione ma i docenti risposero che il figlio non aveva speranze”
Nel dizionario
All'inf. presente si tolgono le desinenze (ARE, ERE, IRE), via anche la vocale tematica e lo cerchi in O, EO, IO.
All'inf. perfetto si toglie (ISSE), si toglie l'eventuale suffisso temporale (la V), via la vocaletematica e lo cerchi in O, EO, IO oppure in I.
All'inf. futuro si tolgono le desinenze (URUS, A, UM ESSE), si toglie l'eventuale suffisso temporale (la T) e lo cerchi in O, EO, IO oppure in I.