Vita
Nacque ad Arpino nel 106 a. C., appartiene all'ordine equestre, è parente di Mario. Studi filosofici e retorici (gli piace assai studiare).
A Roma fa l'avvocato. È conservatore e ha vocazione civile in difesa delle istituzioni repubblicane contro figure carismatiche e demagogiche che raggiungono il potere con l'appoggio dell'esercito.
È un homo novus con l'obbiettivo di realizzare la concordia ordinum attraverso alleanze della nobilitas e del ceto equestre: in altre parole, si auspica il consensum omnium bonorum, che sarebbero coloro che agiscono in rispetto della res publica. È tipo ambizioso e pieno di vanitas.
Dopo il triumvirato Cesare-Pompeo-Crasso viene esiliato e dopo la morte di Cesare fa l'antitiranno e viene assassinato dai sicari di Antonio (capo e mani mozzate vengono esposte come monito).
Contesto
Età della tarda repubblica.
Opere
Orazioni contro Verre, Catilinarie, Philippicae, anticlodiane, pro Sestio, pro Milone, pro Caelio, pro Murena, Pro Archia. Come si vede, assistiamo a una grande varietà di questioni affrontate caratterizzate da chiarezza espositiva, competenza giuridica, abilità argomentativa. Con tono ora calmo ora concitato, spiritoso e sublime, sarcastico e polemico, infarcite di digressioni politiche e culturali, nascono da occasione pratica ma prevedono un pubblico più ampio.
Trattati retorici: De inventione, De oratore (sottoforma di dialogo in cui dice che l'oratoria non deve essere scissa dalla filosofia altrimenti si tratterebbe di mero tecnicismo e non servirebbe la verità e il bene pubblico); Brutus (che parla dell'evoluzione storica dell'eloquenza romana); Orator (che si schiera contro la retorica atticista distinguendo i tre officia: probare, flectere e delectare; parla anche del numerus, ovvero il modo di comporre una struttura ritmica del periodo).
Opere politiche: volte a riaffermare valori della tradizione e l'impegno civile. De re publica in sei libri in forma dialogica in cui elogia il sistema politico romano in quanto possiede elementi monarchici (consoli) aristocratici (senato) e democratici (tribuni); de legibus anch'esso sotto forma dialogica in cui parla di uno ius naturale e non descrive le leggi come convenzioni sociali dettate dall'utile: vivere secondo ragione equivale a vivere secondo natura.
Opere filosofiche: al fine di riaffermare e ribadire valori quali la civitas e i mores. Non sappiamo il vero ma il verosimile (probabilismo). De officiis dedicata al figlio Marco (su modello di Catone il censore) in cui di mette in correlazione ciò che è onesto, ciò che è onesto in rapporto a ciò che è utile e le conflittualità tra le due.
Epistolario: ad Atticum, ad familiares, ad Quintum fratrem, ad Brutum. La sua intenzione era quella di fare un corpus per la pubblicazione ma l'opera rimane incompiuta.
Stile
Concinnitas (ricerca di simmetrie e parallelismi per un periodo perfettamente equilibrato attraverso la disposizione dei periodi, delle parole e le sequenze metriche). Anafore, enumerazione, climax, omoteleuto. Lingua elegante e moderna al fine di urbanitas (senza poetismi o arcaismi o grecismi e sermo parlato). Contro i neoteroi per una poesia a servizio dello stato.